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….Portiere a destra….pallone a sinistra!!! spiazzato!!!

Carissimi,eccoci all’appuntamento natalizio, sempre ricco di ricordi e di pathos, ma soprattutto  di speranza, anzi di certezza: la nascita di un bambino ci ricorda che la vita ha sempre la meglio sulla  morte, anche se alle volte pare  il contrario: che se si tratta della nascita del Salvatore, del Bambino Gesù, allora scusate, ma ci sono tutte le ragioni di questo mondo, e non solo…, per fare festa ed essere contenti!Papa Francesco per questo Natale ci ha regalato une lettera bellissima e a tratti commovente sulla bella tradizione di allestire il presepio in famiglia e ovunque ci sia concesso di farlo: è una forma simpatica di rivivere e di annunciare il Vangelo, la buona notizia della speranza, con un gesto che è anche alla portata di un bambino,  gesto che solo un animo intriso di fede e di poesia poteva immaginare,  come lo era appunto quello di Francesco d’Assisi.Il “perder tempo” ad allestire la semplice e bella coreografia del presepio ci rende “contemporanei” dell’avvenimento  accaduto duemila anni fa, senza dimenticare che la “contemporaneità” vera e sostanziale la realizziamo attraverso il sacramento in cui incontriamo il Cristo che ci viene  incontro come ha promesso: “Io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo”.Questo il Papa ce lo ricorda quasi con discrezione alla fine del racconto del primo presepio a Greccio nel 1223: “Poi il sacerdote, sulla mangiatoia, celebrò solennemente l’Eucaristia, mostrando il legame tra l’Incarnazione del Figlio di Dio e l’Eucaristia”, legame sottolineato in precedenza citando l’africano s. Agostino in   una delle sue folgoranti sintesi: “Adagiato in una mangiatoia, divenne nostro cibo”.Mi sono lasciato interrogare da questa lettera di Papa Francesco, rileggendo un po’ il momento attuale della mia vita e… sono arrivato a un punto che mi ha particolarmente illuminato, dove, quasi sul finire  della lettera dice: “Il modo di agire di Dio quasi tramortisce, perché sembra impossibile che Egli rinunci alla sua gloria per farsi uomo come noi. Che sorpresa vedere Dio che assume i nostri stessi comportamenti: dorme, prende il latte dalla mamma, piange e gioca come tutti i bambini! Come sempre, Dio sconcerta, è imprevedibile, continuamente fuori dai nostri schemi. Dunque, il presepe, mentre ci mostra Dio così come è entrato nel mondo, ci provoca a pensare alla nostra vita inserita in quella di Dio; invita a diventare suoi discepoli se si vuole raggiungere il senso ultimo della vita.”Ecco, qui “vengono a fagiolo”  le notizie della missione.Avete presente quando un arbitro fischia un calcio di rigore? Tutti lì col fiato sospeso, a partire dal portiere che quasi sempre ci fa una magra figura. Breve rincorsa e il pallone schizza via. Schizza anche il portiere che si esibisce in uno splendido e “plastico” volo a mezz’aria, quasi in barba alla legge di gravità, con altrettanto elegante atterraggio… dalla parte opposta a dove è andato il pallone: spiazzato!!  (Che se alle volte, per esperienza, per intuito o per semplice istinto, il malcapitato portiere riesce ad agguantare il pallone, i soliti soloni “pallonologi” diranno non che il portiere ha parato il rigore, ma che l’altro “ha sbagliato a calciarlo”. “Ci sarà giustizia a questo mondo!” diceva Lorenzo Tramaglino  di ritorno dallo studio dell’avvocato Azeccagarbugli.Si capisce vero che ai miei tempi io giocavo in porta?)Ci ho messo quarant’anni di pazienza per mettere in piedi una squadretta di fabbri, falegnami, meccanici, saldatori, muratori ecc. perché i miei successori avessero modo di garantire la manutenzione della missione e dei mezzi di trasporto per l’Evangelizzazione e poi, quando io mi sono dovuto fermare tutto si è sfaldato; anzi, dovuto alla “imperizia” di  qualcuno dei miei  collaboratori, me li sono addirittura ritrovati mal disposti e in atteggiamento rivendicativo!  C’è voluto del bello e del buono per rifare “ponti”; comunque il risultato è che abbiamo una officina che per la Guinea è super-attrezzata e… nessuno ci lavora. Anche  un semplice motorino viene messo n mano a sedicenti “meccanici” là fuori con risultati “fantasmagorici”. Alle volte io non resisto alla tentazione e … poi ne pago le conseguenze, come nei giorni scorsi: ho creduto di fare dei lavori semplici con materiali neanche troppo pesanti, e ho rimediato  uno strappetto alla schiena che c’è voluta  una settimana per rimettermi in sesto: fortuna che “ho il fisico”! (ma non la testa, direte, e mi va bene)Il 17 novembre scorso “mini-festa” in borgo: entrata del nuovo parroco, padre Maiuca Gomes Te, nominato con rescritto vescovile in data 4 novembre in sostituzione del parroco precedente, padre Abramo, trasferito ad altra parrocchia nella Capitale “per urgenti motivi di salute”. Parafrasando Shakespeare mi verrebbe da chiedermi; “Tanto lavoro per nulla”? Dal 2011 che mi sono dedicato ad aiutarlo a inserirsi nella nostra realtà, ed ora?  Spiazzato!Par carità, tanto di cappello al nuovo parroco che mi chiede di sostenerlo e di “introdurlo” nella realtà della nuova parrocchia, nella quale si trova da tre anni, prima come seminarista, poi come diacono e,  dal 15 Settembre 2018, come prete. Sì, avete capito bene, ho un parroco che ha un anno e poco più di Messa (e il coadiutore è prete dal Novembre 2017, la musica cambia di poco). Il quale coadiutore, “per impegni precedentemente assunti”, non era presente all’entrata del nuovo parroco, con relativa meraviglia dei parrocchiani…Ma non finisce qui. Ci ho messo un anno a introdurre una nuova suora che offriva concrete speranze per la nostra pastorale ed era entusiasta del lavoro qui a Suzana: niente, la mannaia è calata anche su di lei e improvvisamente è stata trasferita: voi ci capite qualcosa? Spiazzati per l’ennesima volta. E per l’ennesima volta io dovrei mettermi a insegnare l’ABC della lingua felupe e tutto l’ “intrade” della storia e della pastorale di Suzana a un’altra suora! Salvo poi arrivare per l’ennesima volta al… trasferimento della malcapitata suora in questione prima ancora che si metta a lavorare.E io che ho sempre predicato che in questi ambienti occorrono anni per capir dove si è capitati e anni per trovare la maniera giusta di lavorare…. Niente: portiere da una parte e pallone dall’altra!Spiazzati! Fortuna che il Vangelo è il racconto di  uno “spiazzamento” continuo, con quei poveri diavoli di apostoli che non ci si raccapezzano più: Gesù è sempre dall’altra parte, all’ultimo posto, fin sulla croce… Ma poi, in classifica è sempre il primo, a cominciare dalla prima Pasqua, primo “scudetto” che nessuno gli ha mai scucito di dosso, nonostante che ci  si siano “incaponiti” in tanti, con un sacco di tiri in porta e, purtroppo, anche di tentativi di autogol dall’interno della Chiesa stessa.Chi invece ci “spiazza” è sempre lui, ma lo fa perché ci vuol bene, e si ostina a volerci bene nonostante che noi, “esperti” giocatori, ci piazziamo troppe volte dalla parte sbagliata.Lasciamo che  il Natale del Signore ci spiazzi un’altra volta.  E che sia la volta buona di “piazzarci” dalla parte che ci ha già detto Lui: all’ultimo posto: siamo sicuri che, se il pallone non lo prendiamo noi,  lo prende Lui! A Lui nessuno lo spiazza! Auguri!

Padre Zé

Suzana, 12.12.2019


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