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un saluto da padre Ze

Suzana , 8 Marzo 2020

Carissimi, comincio questa lettera oggi, seconda domenica di Quaresima, anche se non so se riuscirò a terminarla nella stessa data. Due cose richiedono la mia attenzione per conoscerne e valutarne lo svolgimento: prima la situazione politica di questa nostra Guinea che non manca di sorprendere per via delle assurdità che vi accadono.Qualche elezione fa, tra la prima votazione e lo spareggio si inserì un colpo di stato che mandò tutti a casa e precipitò la Guinea nel caos.Ora si è svolta la prima votazione, si è svolto anche lo spareggio, ma… sono ritornati in scena i messeri dell’altra volta e che fanno? Altro colpo di stato, questa volta meno rumoroso, ma… non si sa mai. A fine mese la forza internazionale africana di interposizione finisce il contratto e se ne va e allora? In mancanza di “cuscinetto” cosa accadrà? Spero proprio di non dovervi raccontare cose spiacevoli, soprattutto per questa gente.Ma è l’altra cosa che mi preoccupa di più, quella che riguarda voi: quella influenza che viene dalla Cina e minaccia di diventare un problema grosso come una casa, che minaccia di “spiazzarci”, cominciando col paralizzare le scuole per non esporre i bambini al contagio. Mi riprometto di seguire le informazioni tanto quanto possibile da qui.Ma oggi vorrei proprio fermarmi un poco per assaporare insieme con voi il Vangelo che ho appena letto nella Messa di stamane, terminata poco fa, il Vangelo della Trasfigurazione; tanto più che, a quanto leggo, molti non l’hanno potuto sentire annunciare in chiesa perché anche le chiese, per misura prudenziale sono state chiuse.Tenero Gesù di Nazareth! Sa che non può tacere, deve preparare i suoi discepoli a quello che sarà il momento culminante della sua vita quaggiù in mezzo a noi e li vede incapaci di rendersi conto di quanto gli sta succedendo.Ha già provato a dir loro qualcosa, non prima di verificare che il Padre ha cominciato a lavorare i questo senso: la risposta di Simone alla sua domanda “Ma voi chi dite che io sia?” glielo ha fatto capire e lui glielo ha sottolineato: “Che bello, Pietro! Mio Padre ha già cominciato a farvi luce su dove stiamo andando. Lo dico a te, Simone, perché mi pare che tu lo puoi capire. Anzi, aspetta.Visto che mio Padre ha cominciato ad aprirti gli occhi, penso che anch’io posso aggiungere qualche particolare, così puoi aiutare anche i tuoi fratelli”. E lì gli snocciola qualche particolare circa la sua missione, insistendo sul fatto che lui non lavorerà da solo, ma avrà sempre l’aiuto di Dio.Ha esagerato? Gli pare che Pietro (ecco il “nome di battaglia” che lui gli ha coniato) e soci stiano pensando troppo “in grande”, proprio come la gente si illude di sapere? E allora solleva un angolino del velo che cela il futuro: ciò che lo aspetta a Gerusalemme sarà una “sconfitta” sonora, in piena regola, almeno così sembrerà, ma il terzo giorno…” Non l’avesse mai fatto! Pietro, lui per primo! si ribella, gli si para innanzi e quasi non lo lascia nemmeno finir di parlare: “Ma smettila! Non pensarlo nemmeno!  Ma ti pare che Dio possa permettere una cosa del genere? Tu sei il Messia, niente ti può resistere, tu vincerai su tutta la linea!”.Altro che aiutare i suoi amici a capire la sua proposta! Scontro frontale! Proprio lui si rivela come il primo ostacolo, col diavolo che si frega le mani. E allora quel che ci vuole ci vuole:” Satana!” gli dice, “togliti di mezzo, mettiti là, dietro me anzi dietro a tutti, così impari a andare dietro a quello che dice la gente invece di ascoltare Dio!”Davvero abbiamo rischiato grosso! Ma vi pare: se è vero che, come siamo soliti dire, Pietro era il primo papa, chiedo scusa ma invece di avere un papa “Sasso (Pietra)”, abbiamo rischiato di avere un papa “Satanasso”!     Ma Gesù non ci sta e allora prima fa un discorsetto che anche a noi sembrerebbe abbastanza chiaro, poi, come siamo soliti dire, decide di  “giocare la briscola”: “Simon Pietro, vieni con me! Anzi, no, anche voi due!”  e chiama i due fratelli,  Giacomo e Giovanni, figli di Zebedeo, due teste dure quasi come quella di Simone! E quando si trattava di dire quali erano i discepoli più importanti loro erano i primi a proporsi. E’ vero che il primo a seguire Gesù era stato Andrea con un suo amico, Giovanni, anche lui discepolo del Battista, ma Giacomo aveva seguito a ruota il fratellino e non se n’era più staccato. E poi erano due piantagrane che volevano i primi posti: addirittura hanno messo di mezzo anche la loro mamma perché presentasse la loro richiesta al Maestro, pensando che Gesù non avrebbe avuto il coraggio di rifiutare.Vien fatto di immaginare che lungo il cammino, Simon Pietro abbia tentato ancora una volta di far presente a Gesù che la sua uscita in risposta a quello che lui aveva detto non era solo frutto di chicchere della gente, no: quante volte aveva sentito dire nella Sinagoga che frequentava fedelmente tutti i Sabati, che Mosè e i profeti parlavano di un Messia che avrebbe “rimesso a posto le cose” come “stava scritto”! E allora?Erano arrivati in cima al monte ed ecco… Ma cos’è questa luce? E’sempre più chiara… Ma è il Maestro! Ma è diventato come il sole!  Pietro si stropiccia gli occhi… Ma, e non è solo! Chi c’è con lui? Sono in due, ma da dove sono sbucati fuori? Pietro si guarda attorno: anche i suoi due amici sono lì che guardano nella luce…Ma sì, i due personaggi nella luce sono Mosè e Elia! Ma allora è una visione, viene da Dio! Si buttano tremanti con la faccia a terra. Ma se sono Mosè e Elia che hanno preso in mezzo il Maestro, allora siamo a posto. Lo dicevo io!  Ci penseranno loro a tenerlo in carreggiata, sulla strada giusta. Dobbiamo parlarne. Sì, ma quando?  Pietro è fuori di sé, non sa più cosa pensare.Però gli viene un’idea: ci vuole tempo per discutere. E poi è così bello vedere il Maestro in quella compagnia! “ Senti Gesù, stiamo qui che è così bello. Ci penso io a mettere in piedi tre tende, una per te una per Mosè e una per Elia” e magari continua a pensare “Quanto a noi non c’è problema, stiamo fuori, come quando andavamo a pescare, ci siamo abituati; ma quelli che ce l’hanno con te lasciali là, anzi mandali al diavolo!”.  Ma Pietro, che pensi? Sragioni? E’ venuto apposta per strappare la gente dalle grinfie di quel messere e tu gli dici… Ma fa’ il piacere! Ma cos’è quella nuvola luminosa che sta arrivando? Cosa succede? Ah, sì è la “Scekinà”, la nube sacra, la presenza di Dio. Pietro e i suoi amici, presi dalla paura,  tremano come foglie e vengono raggiunti da una voce che esce dalla nube e dice: “Questo è il mio Figlio, gli voglio tanto bene! Ascoltate lui!”. Tra parentesi, la traduzione solita “ascoltatelo” appare troppo debole. Con il testo Greco e con il Latino dovremmo dire: “Lui ascoltate”, cioè “E’ lui che dovete ascoltare”, mica gli altri, al limite nemmeno Mosè né i profeti, se non è lui che ve li spiega.Poi più niente, silenzio. I tre discepoli sono come tramortiti. Pietro sente che qualcuno lo tocca, come per svegliarlo. “Alzatevi, non abbiate paura!”.Pietro alza gli occhi, guarda… Ma dove sono finiti gli altri due, Mosè ed Elia? E tutta quella luce, chi l’ha spenta? Si stropiccia gli occhi, guarda Gesù e… ma questo è il Gesù solito, quello di tutti i giorni!Il Vangelo dice, “Gesù solo”, ma possiamo anche dire “solito”,  il Maestro che siete abituati a vedere tutti giorni, quello stesso che le “persone che contano” ostacolano, disprezzano e deridono, quello che vi ha detto che sarà catturato e ucciso; ma ora avete visto chi è, potete credere che il terzo giorno risorgerà”.Pietro non scorderà più quello che ha visto e sentito su quel  monte. Non riuscirà a ricordarsene sempre tant’è vero che farà la figura del fanfarone: “Anche se tutti ti abbandonassero, io no, io non ti abbandonerò” e nell’0rto degli ulivi farà il gesto di sfoderare la spada e vibrare un fendente piuttosto maldestro per difendere Gesù, salvo poi a sconfessarlo davanti a una delle donne di servizio della casa del sommo sacerdote….Ma quella notte stessa ha incontrato Gesù che usciva, legato, dalla casa di Caifa, maltrattato dagli sbirri. I loro sguardi si sono incrociati.  Negli occhi di Gesù Pietro ha potuto leggere l’intensità del perdono che gli stava offrendo, e vi si è abbandonato in un pianto dirotto.Tanti anni dopo, , a sostegno dei cristiani nella prova della persecuzione nella sua seconda lettera scriverà: ”Quando vi abbiamo parlato di Gesù e vi abbiamo detto che lui è il Signore (=Dio), è il Messia (=l’Inviato, l’Unto e consacrato, il Salvatore) non lo abbiamo fatto andando dietro a storielle inventate frutto di fervida fantasia, ma vi abbiamo annunciato quello che abbiamo visto con i nostri occhi e udito con  le nostre orecchie in cima a quel monte. E abbiamo in appoggio anche la solidissima parola dei profeti, cui fate bene a prestare fede come a lampada che illumina il vostro cammino…” Avete visto? Non sono i profeti che “tengono il  Maestro in carreggiata” come lui aveva pensato in un primo momento, ma son loro che, spiegati da Lui risorto dai morti, diventano chiari e ci aiutano a seguirlo, come avvenne ai due discepoli sul cammino di Emmaus nel giorno di Pasqua.Ce l’ha ricordato recentemente anche Papa Francesco. Erano scoraggiati, non valeva più la pena nç di prendersela né di credere: ma mentre spiegava loro le profezie, sorgeva la luce nei loro cuori, tornava la speranza, la voglia di vivere, la gioia che ti fa venire la voglia di cantare, gridare, dirlo a tutti fino a che l’incontro con Lui nello spezzare il pane gli ha messo le ali ai piedi e sono tornati, di sera, a Gerusalemme per ritrovarsi, gioire e riprendere il cammino da Lui tracciato.Come vedete è chiaro che non ho scritto tutto questo nella seconda domenica di Quaresima. Sto vivendo giorno per giorno insieme con voi le difficoltà che il coronavirus vi crea. Prego con voi. Ad ogni Messa preghiamo per voi, facciamo preghiere apposta per voi. Seguo in vari telegiornali quanto sta succedendo e, anche se non mi faccio vivo spesso, credetemi che il mio pensiero, il mio affetto e la mia preghiera vi raggiungono continuamente.Cercate qualche momento in cui, spenta la tv e ridimensionate le parole degli “opinionisti” ascoltate o leggete la Parola di Dio, pregando lo Spirito Santo.Gesù ha promesso che “vi annunzierà le cose future”, cioè vi farà capire il senso di ciò che vi viene incontro, non solo che non si tratta di “fatalità” o di “comparabilità” di qualcuno che deve pagare (come in  queste culture che siamo mandati ad evangelizzare). Il fatto che la Parola di Dio usi il verbo “annunziare” ci fa capire che in tutto ciò che ci viene incontro c’è una offerta di salvezza che Dio ci porge nel suo amore infinito per noi: sempre perché in noi fiorisca la vita.Pietro nella sua seconda lettera ci dice di cercare la Parola di Dio e di prestar le fede “come a lampada che brilla in un luogo oscuro, finché non spunti il giorno e la “stella del mattino” sorga nei vostri cuori”.  Il “luogo oscuro ce l’abbiamo: è il tunnel in cui ci ha messo  il covid 19. E la luce? Quella tocca a noi accenderla finché non sorga la stella del mattino. Quale?

E’ la stella che cantiamo nella Veglia Pasquale:

“Stella che non conosce tramonto,Cristo tuo Figlio, che risorto dai morti fa risplendere negli uomini la sua luce serena”.Buona Pasqua a tutti e che il Signore ci conceda di vedere pesto,  in questi  giorni la fine di questo calvario del coronavirus.

E, chissà, che alla ripresa della vita normale ci accorgiamo che nella sofferenza comune magari il Signore ci  abbia  fatto scoprire una nuova e più sentita fraternità –

Ciao a tutti

 

Padre Zé


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